In “Colazione da Tiffany”, di buon mattino, un’ammaliante Audrey Hepburn ammirava le vetrine di una gioielleria da favola. Un luogo da sogno, ma dove con pochi dollari si poteva portare a casa un oggetto piccolo ma raffinato e prezioso. Se al posto dei diamanti mettiamo… le vivande, un’attrazione fatale a Genova è di sicuro Eataly. Se Dante mise i golosi nel terzo girone dell’inferno il Farinetti, con sagacia da mercante, li ha messi al terzo piano di un paradiso sul mare a cui si accede con un ascensore di vetro.
Per parlare di prodotti tipici, presidi Slow food e altre meraviglie c’è tempo. Per questa volta ci fermiamo alla caffetteria, a due metri dall’ingresso, sulla sinistra. Una vetrinetta espone le opere di due artisti della pasticceria: Luca Montersino e Poldo. Il primo, piemontese di Alba, è stato una piacevolissima sorpresa. Il secondo lo apprezzavamo già da anni prendendo il té con le paste nel suo locale di Pontedecimo. Il bello è poter trovare in pieno centro i dolci che altrimenti bisognerebbe andare a cercare presso i diversi artigiani. Poterli gustare guardando il mare, con un buon caffè, un chinotto (di Savona) o una gazzosa (al limone sfusato di Amalfi) è un’altra storia.
A differenza di quello di Torino Lingotto, infatti, l’Eataly genovese è situato nel cuore della Genova turistica e sembra puntare più sulla consumazione in loco. Lo dimostrano l’elegante locale dedicato al pesce (il Marin), i più economici ristorantini e il forno per pane e focacce. L’orario di apertura, dalle 10.00 alle 22.30, si concilia più col dopo pranzo che con la prima colazione. Ma quella piccola vetrina di dolci è da ammirare, un po’ come per Audrey.
ammirare… nn basta ! Assaggiare è doveroso…
Ma, come la mettiamo con le calorie ?
Le teniamo sotto controllo con un pranzo leggero…e un po’ di palestra 🙂
Già, ogni tanto verdurine :-/