Sainte-Agnès è una cittadina arroccata sui monti dietro a Mentone. Questo insediamento di frontiera appollaiato su una rocca oggi ha l’onore di appartenere al “club” dei più bei villaggi di Francia e vanta anche il primato di essere il paese a picco sul mare più alto d’Europa.
In cima alla montagna ci sono i resti di un castello del XII secolo, un tempo a difesa della riviera contro gli attacchi dei saraceni. A occidente, dove il pendio è più dolce, sta un vero paese-gioiello provenzale con le sue casette e viuzze, la chiesetta di Notre-Dame des Neiges (delle nevi) e le immancabili botteghe di ricordi (ma i prezzi sono molto più onesti che nei posti più gettonati dal turismo di massa).
A oriente il versante che dà sul confine italiano è più ripido. Nelle sue viscere c’è il forte più armato della linea Maginot (visitabile anche dentro), costruito negli anni ’30 dalla Francia timorosa delle mire espansionistiche del regime di Mussolini. L’invasione da parte dell’Italia fascista fu fermata anche da qui, ma il forte fu utilizzato ben poco e dismesso nel 1991.
Insomma: Sainte-Agnes è un angolo della Provenza più bella a 20 minuti dal confine italiano. Se il paese e il castello valgono qualche ora di visita, noi abbiamo apprezzato molto anche le vestigia della storia più recente e un ristorante: Le Righi. Non siamo gli unici: i francesi ne parlano parecchio e il posto è segnalato dalla guida Routard edizione 2011. Non sappiamo perché il locale si chiami così, ma l’omonimia con il monte che sovrasta Genova ci ha incuriositi. Italiani anche qui? Dal menu, sembra di no.
Dopo un aperitivo con una birra della zona (La Mentonnaise, una chiara aromatizzata con arancia e limone) siamo passati alla cena. Come entrée abbiamo mangiato il collo d’anatra ripieno (cou de canard). Le anatre in Provenza non devono avere una vita molto tranquilla: nei menù dei ristoranti si trovano quasi ovunque, ma questo piatto era particolare.
Come viande, invece, ho scelto il maialino da latte arrostito alla brace con patate, insalata e una senape granulosa che chiamano moutarde. Erica ha preferito un piatto più leggero scegliendo una pasta: i ravioli maison di salmone conditi con burro e aneto.
La cena, già sostanziosa e purtroppo senza vino (bisognava fare ancora 200 km di autostrada), si è chiusa con la tarte au citron, un grande classico al limone tipico della Costa Azzurra e della Provenza. Anche questa maison.
Sì, perché qui, oltre a esserci il forno a legna che ha reso croccante e profumato l’arrosto, tutto è maison, fatto in casa. Casalinga è l’atmosfera, i bambini, il gatto, il cane. E pure il cartello che invita a non passare bocconi sottobanco alle bestiole già pasciute ma facili a fare gli occhi dolci ai turisti. La frenesia e i casinò della Costa Azzurra sono lontani anni luce. La Corsica è quasi più vicina: nei giorni “buoni”, infatti, è visibile dall’ampia terrazza panoramica affacciata sul mare.
Tirando le somme abbiamo mangiato alla grande. L’ambiente è curato nei particolari ma anche caldo e familiare. La vista è incantevole (anche se quella sera abbiamo goduto più lo spettacolo della nebbia che risaliva dal golfo). I prezzi sono miti: i menu vanno dai 17 ai 27 euro. Ce la siamo cavata con 50 euro in due, aperitivo incluso. Certo, la scelta a la carte e una bottiglia di vino avrebbero alzato un po’ il conto, ma si resta sempre sotto la media di molti ristoranti cittadini “da turisti”. Non scriviamo guide, ma la nostra mappa di posticini “segreti” dalla buona tavola e dall’ambiente familiare ha una bandierina in più.
L’indirizzo del locale è: 1 Place du Fort, Sainte-Agnès. Trovarlo è facile: basta seguire le indicazioni per Sainte-Agnès e poi quelle per l’Ouvrage Maginot. Il ristorante è a 10 metri dai bunker e c’è pure parcheggio. Animali ammessi. Attenzione: il locale chiude il giovedì e da settembre a giugno è chiuso alla sera. Maggiori informazioni, orari e contatti sul sito del ristorante.
Nicola Ganci, Fotografie: Erica Repaci