Oltre che dedicato ai formaggi, Cheese 2011 è anche un evento “birraio”. Saranno ben 22 i microbirrifici presenti nella piazza delle Cucine di strada e che accompagneranno piatti a base di formaggi di tutta Italia. Di alcuni abbiamo già gustato qualche bottiglia, ma non siamo degli esperti: le informazioni che vi forniamo vogliono soprattutto essere di stimolo ad assaggiare qualcosa di nuovo.
Abbà (Livorno Ferraris, Vercelli): si tratta di un brewpub del vercellese che, tra le altre, produce La farinela una bionda ad alta fermentazione al riso (7,5 gradi).
Beba (Villar Perosa, Torino): nato nel 1995 è uno dei “pionieri” della birra artigianale in Italia. Le sue birre sono a bassa fermentazione, ispirate alle produzioni tedesche. Tra queste la weizen Talco e la scura da 8 gradi Motor Oil. realizzata con malti speciali pilsner, caramunich e caramello.
Birra del Borgo (Borgorose, Rieti): si tratta di un classico per gli amanti delle artigianali. Molte le birre in catalogo, comprese quelle “del mese” e le “bizzarre”, ma la sua prima creatura (e più conosciuta) è la ReAle, un’ambrata con luppoli americani ispirata alle tradizionali India Pale Ale inglesi di fine ‘700.
Baladin (Piozzo, Cuneo): quello di Teo Musso è probabilmente il birrificio artigianale più conosciuto in Italia. Tra i suoi prodotti la Open, prima birra open source, oggi anche in versione Noir con liquirizia calabra. A Cheese porterà la sua utima creatura, la Nazionale, italiana in tutti i suoi ingredienti, luppoli compresi.
Olmaia (Sant’Albino Montepulciano, Siena): il birrificio si trova in val d’Orcia. Tra le sue creature quattro birre fisse, la natalizia Christmas Duck e l’estiva Karkadé, una birra rosa con fiori di ibiscus.
Orso Verde (Busto Arsizio, Varese): questo birraio ha attinto a diverse tradizioni, dalle lager alle indian pale ale di stampo britannico. Tra le sue creature la Nubia, una scura ad alta fermentazione dove l’orzo torrefatto e i luppoli aromatici, danno sentori di caffé e liquirizia.
Birrificio Torino (Torino): è un brewpub, un laboratorio ma anche un ristorante-birreria dov si possono gustare i prodotti. Tra questi la Rufus, una birra dal colore rosso brillante delicatamente amaricata, ispirata al mito dell’antico Egitto legato alla Dea Sekhmet.
Troll (Vernante, Cuneo): anche questo è un brewpub, ma i suoi prodotti hanno avuto successo fuori dai confini regionali e nazionali. Tra le sue birre la Febbre alta, che rivisita una ricetta risalente al 1600, quando in molte zone d’Europa si usava ancora aromatizzare le birre con il gruyt, una miscela di 16 piante e spezie, sostituita in seguito dal luppolo.
Citabiunda (Neive, Cuneo): questo brewpub è nato nei locali di una ex scuola delle Langhe: il mastro birraio, seppure giovane, ha alle spalle esperienze presso Baladin e Scarampola. Tra le sue creature (tutte ad alta fermentazione) la Mary, speziata con camomilla, anice e ginepro e la Serpica, alcolica, luppolata e con l’aggiunta di lime.
Maltus Faber (Genova): i locali di questo dirrificio di Fegino un tempo ospitavano la fabbrica della Cervisia, acquisita poi da Dreher e Heineken. Le birre sono tutte ad alta fermentazione e non vengono volutamente usate spezie. Tra le specialità la stagionale In primis, prima creazione dei mastri birrai Fausto e Massimo e ispirata alla tradizione belga.
Nuovo Birrificio Nicese (Nizza Monferrato, Asti): come molti hanno iniziato come homebrewers, poi hanno deciso il salto di qualità. Tra le loro creazioni un’ambrata chiara al miele ad alta fermentazione, la Amel, e una natalizia da meditazione, la Venticinquedodici.
LoverBeer (Marentino, Torino): anche questo birirficio ha iniziato da un kit per homebrewers. Amante delle sperimentazioni, usa la susina damaschina “Ramassin” della Valle Bronda (presidio Slow Food), l’uva Freisa della collina torinese e la Barbera d’Alba. Nellla Beerbera e nella D’Uvabeer il malto e la vite si incontrano. La differenza: nella prima bastano i lieviti della buccia dell’uva, nella seconda vengono aggiunti.
La Piazza (Torino): nato dall’esperienza alla Piazza dei Mestieri di Torino, questo brewpub ispira alcune delle sue birre a grandi artisti: Renoir (bitter ale), Chagall (doppelbock), Manet (di ispirazione tedesca) e Klimt (weizen di frumento). Solo per le spine, al momento, ci sono pure la Turner (ai malti torrefatti) e una “american pale ale”: la Hopper.
Amiata (Arcidosso, Grosseto): questo birrificio della Maremma toscana sembra avere una predilezione per le birre alla castagna (Bastarda doppia, Bastarda rossa, Bastarda tripla, Vecchia bastarda) e per l’utilizzo di erbe e spezie come in Maremmamara, ispirata alla figura del buttero e arricchita con genziano, tarassaco, menta, rosmarino, ginepro e timo.
Gilac (Val della Torre, Torino): questo produttore porterà a Cheese le sue birre (tra cui la BIOnda, leggera e realizzata con orzo da agricoltura biologica) e le sue gelatine di birra, abbinabili con i formaggi. Sempre con la bevanda di malto la ditta produce anche un particolare aceto.
Birrificio del Golfo (La Spezia): questo produttore ligure si esprime nei vari generi della birra, dalla Indian pale ale alla stout. Tra le sue specialità la Castagnassa d’orzo e frumento con circa il 30 % di castagne secche della Val di Vara. Non avendo trovato il loro sito web abbiamo rimandato a un’esauriente scheda su microbirrifici.org.
Grado Plato (Chieri, Torino): microbirrificio, brepub e pizzeria, questo locale piemontese vanta prodotti molto particolari come la Chocarrubica, una scura da dessert cremosa e dal nero impenetrabile prodotta con carrube, avena e fave di cacao. Altro suo prodotto è Cantus Caeli in cui si incontrano i mosti di vino, birra e idromele.
Scarampola (Millesimo, Savona): ospitato in un’abbazia del XIII secolo, questo produttore dell’entroterra savonese è una delle “istituzioni” liguri in campo birraio. Tra le sue creazioni la n°8 ha un legame forte col territorio: questa bianca, infatti, è speziata con coriandolo, arancio e chinotto di Savona (Presidio Slow Food).
Birrificio Trunasse (Centallo, Cuneo): questo birrificio piemontese nasce nel 2010 nei locali di una storica trattoria familiare sulla strada tra Cuneo e Fossano. Tra le sue specialità la Perlanera, dalle note di caffè e cacao, e la Birmilla, realizzata con camomilla e vaniglia.
Croce di Malto (Trecate, Novara): questo produttore al confine tra Piemonte e Lombardia si è specializzto in birre ad alta fermentazione. La sua creatura più conosciuta è probabilmente la Triplexxx, medaglia di platino al Mondial de la bière 2009 di Strasburgo.
Brewfist (Codogno, Lodi): Fist in inglese vuol dire pugno. Messo su da tre ragazzi, questo birrificio a breve aprirà anche un locale. Tra le sue creature Jale, Burocracy e Space man, diverse interpretazioni delle India pale ale britanniche.
32 Via dei Birrai (Onigo di Pederobba, Treviso): questo birrificio vuol fare incontrare l’arte birraia con il mondo del design. Tra le sue creature la birra al miele Nectar e la Audace, una bionda da ben 8,4 gradi ispirata alla tradizione belga.
Ospiti stranieri sono il birrificio tedesco Kulmbacher e l’importatore Birraceca.