Domani 24 e domenica 25 settembre (10.00 – 19.00) al campo sportivo di Santo Sefano d’Aveto c’è la Festa dell’agricoltura. L’evento vuol far conocere una civiltà contadina ancora viva nel paese appenninico e nelle sue frazioni con mostre e degustazioni di prodotti tipici.
Tra le iniziative più curiose c’è l’ allestimento di una piccola fattoria didattica con un toro da monta, le vacche e diversi volatili da cortile, animali poco conosciuti dai ragazzi, almeno “dal vivo”. Ci sarà anche una mostra di funghi (è la stagione giusta) con la guida di un esperto micologo. Per chi vuole provare i trasporti di un tempo è possibile fre un giro per il centro del paese su un calesse a cavallo. Le partenze sono domenica dalle 10.00 alle 17.00 dal Campo sportivo (il servizio è a pagamento).
L’appuntamento più rilevante per i golosi è domenica alle 14.30, con la produzione “in diretta” del San Sté. La tradizione casearia, in val d’Aveto, è antica. Nell’Ottocceto le vacche, spesso un paio a famiglia, erano un mezzo di sostentamento e il formaggio una moneta di scambio con la gente della riviera. Del resto la cabannina, tipica mucca ligure, prende il nome da Cabanne, una località vicina a Rezzoaglio. In questa città e sorto negli anni ’90 il Caseificio Val d’Aveto, attuale produttore dei formaggi tradizionali della zona.
Il San Sté viene prodotto in forme cilindriche, ha una crosta giallo paglierino tendente al bruno e una pasta giallognola. E’ realizzato con il latte non pastorizzato di cui conserva tutto il sapore: per questo motivo, a seconda della stagione, e dell’alimentazione delle mucche, il gusto ed il colore delle forme possono essere leggermente differenti. Il sapore è intenso, con una leggera nota amara. Molti lo gustano dopo averlo fatto arrostire in sà ciàppa (su di una lastra di ardesia) e servito su fette di pane casereccio.
Oggi il caseificio produce diverse qualità di formaggi: la Morbidezza, il Montello e la Formaggetta, ma anche ricotta, prescinseua e mozzarella. Ma la forma del San Sté, col suo latte non pastorizzato che sa di montagna e le forme da 3 a 18 chili resta un punto fermo. E la scusa per una gita fuori porta.
Foto: by Davide Papalini, da Wikipedia