Aperitivo (e cena) a Belleville, tra birre artigianali e cibo responsabile

12 novembre 2011
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Belleville, Parigi: anche l'opera di questi writers è un trionfo di colori

Belleville, Parigi: anche l’opera di questi writers è un trionfo di colori

Belleville è un quartiere di Parigi e qualche anno fa ha dato anche il nome a un film d’animazione. Da sempre operaio e vignarolo, oggi è più borghese, ma resta un luogo ricco di vitalità e punto di incontro tra culture, colori e sapori diversi.

Per ora non torniamo da una romantica atmosfera d’Oltralpe, ma da un piccolo locale che sta nel centro storico di Genova. L’atmosfera, tra le volte a botte medievali, le pareti gialle e l’arredamento che gioca tra antico e contemporaneo, è allegra e multicolore, non senza un pizzico di ricercatezza.

Il Belleville di Genova è un locale un po’ particolare: si tratta, infatti, di un circolo Arci. Per entrare è necessario avere la tessera. Per farne una nuova sono 8 euro (per il 2011), 15 per mettersi avanti per l’anno prossimo. Il tutto compresa una consumazione.

L’associazione, apartitica ma col cuore a sinistra, ha un forte impegno culturale e politico. A partire dalle vivande: i prodotti serviti del Belleville, ad esempio, sono il più possibile locali per ridurre l’impatto del trasporto e valorizzare le produzioni tipiche. Si prediligono anche le produzioni di aziende che, come nel caso del commercio equo e “bio”, hanno avuto il coraggio (anche a costo di essere meno “competitive”) di rispettare i diritti delle persone e dell’ambiente. Oppure realtà piccole che scelgono di restare tali per curare la qualità e le relazioni tra i lavoratori: nella filosofia Belleville, insomma, “grande” non è sinonimo di “meglio”.

L’ora dell’aperitivo è l’occasione per assaggiare qualche piattino creativo e dai sapori speziati che ricordano i profumi di una città marinara e multietnica. Una sorpresa, poi, sono alcune birre artigianali: si va dalla rossa Puro Sangue de La Superba alle toscane di Amiata e Olmaia (celebre la loro birra coi cereali “bio” della val d’Orcia), non sempre facili da trovare in Liguria.

Scrivere un menù tipo non è facile perché le proposte culinarie cambiano ogni volta che andiamo. Due sere fa abbiamo assaggiato degli ottimi salumi misti e un bel risotto con taleggio e insalata rossa di Chioggia. Era un menù “a tema” dedicato alla Brianza e ad alcuni giovani imprenditori che hanno intrapreso un’avventura producendo pane fatto a mano, allevando capre e maiali all’aperto, coltivando verdure per i gruppi d’acquisto solidale e dedicandosi alla torrefazione di caffè comprandolo dai contadini a condizioni eque. Per sapere di più di loro (e di una Brianza oltre gli stereotipi) vi rimandiamo a questo video. Non è nostro ma del circolo e l’hanno proiettato per l’occasione.

Il locale si trova in vico Calvi 4r (dietro piazza Fossatello) e di norma apre dal giovedì al sabato a partire dalle 19.00 (potete trovare gli orari aggiornati sul sito). L’unico difetto? Un po’ di odore di chiuso (siamo nei vicoli e mezzo locale è seminterrato), ma l’attenzione al gusto, l’ambiente caldo e cordiale e i prezzi davvero popolari (a cena 25 euro in due bastano e avanzano) ve lo faranno dimenticare in un minuto.

Foto: by Ted Drake, da Flickr

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