Lunedì sera all’una di notte abbiamo chiuso il tappo del fermentatore. Incrociamo le dita inaridite dal sanitizzante perché non entrino lieviti selvaggi e altri “ospiti” inopportuni.
Martedì in casa ci sono 20-21 gradi e il fermentatore segna una temperatura di 24-26: i lieviti stanno lavorando alla grande. Intorno alle 10 di mattina si sente già la musica del gorgogliatore che rabbocchiamo con un goccio di vodka per andare sicuri. Ci viene un dubbio: ossigenare il mosto o no? Per ora agitiamo un po’ il fermentatore, ma nei prossimi giorni lasceremo che i lieviti si depositino sul fondo.
Mercoledì non abbiamo resistito alla tentazione di aprire e dare un’occhiata alla nostra creatura. Abbiamo svitato il tappo piano piano e abbiamo guardato il mosto. Un po’ di lieviti sono già sul fondo (circa due dita). Il profumo di fermentazione è intenso e nel mosto bruno si vedono bolle e fiocculi. Sanitizzo con cura un mestolo e prelevo un po’ di mosto. Il densimetro dice 1014-1015: non so se è perché ho pescato in cima, ma solo due giorni fa eravamo a 1070. La temperatura è scesa a 22 gradi scarsi. Forse che i lieviti hanno già finito di lavorare? In ogni caso non avremo fretta e prima di tirare fuori le bottiglie aspetteremo 15 giorni.
Oggi (giovedì) la temperatura è scesa ancora: il mosto è a 20 gradi come la casa. Il gorgogliatore ha rallentato ancora. Apro un attimo il coperchio e vedo le bollicine. L’odore è sempre quello della fermentazione. Vi terremo aggiornati.
[…] bottiglie: la nostra avventura da homebrewers (parte 4) 12 dicembre 2011By nicola(vedi la prima, la seconda e la terza […]