Nonostante la diffusione di stagionali e “one shot”, la birra di Natale resta la grande occasione in cui i maestri e gli homebrewers possono più attingere alla loro fantasia. Si tratta di una tradizione antica che affonda le sue radici soprattutto in Belgio. Originariamente si trattava di cotte destinate per lo più ai dipendenti, famiglie, amici e pochi fortunati. Quasi sempre erano birre forti, ad alta fermentazione e arricchite con spezie e aromi. Il loro scopo? Scaldare l’inverno e accompagnare i banchetti e i dolci delle feste.
Oggi le birre di Natale si trovano per diversi mesi all’anno e le magnum da 1,5 litri, un tempo tipiche dello champagne, sono di moda in edizione limitata. Molti microbirrifici italiani producono birre natalizie, ognuna con qualche particolarità.
Baladin, ad esempio, propone la Noel, una scura da meditazione (come del resto alcune delle creature più celebri di Teo Musso) con note di cioccolato, frutta secca, liquirizia e caffè. Nata come natalizia in accompagnamento al cioccolato oggi si trova tutto l’anno (con qualche piccola variante) e si abbina anche con i formaggi stagionati.
Venendo alla nostra Genova abbiamo voluto assaggiare due prodotti di birrifici locali, ma assai diversi tra loro: la Birra di Natale di Maltus Faber e l’omonima de La Superba. Niente giudizi da degustatori: raccontiamo piuttosto la nostra esperienza a partire dalle diversità tra queste due bottiglie: sembra davvero che l’uno abbia fatto l’opposto dell’altro.
Innanzitutto il formato. L’importante sarà il contenuto, ma anche la bottiglia ha la sua importanza. Maltus Faber ha scelto la champagnotta da 75 cl (tappo a corona) o la magnum da 1,5 litri. La Superba utilizza una bottiglia da mezzo litro a chiusura meccanica. Le abbiamo trovate carine entrambe e adatte alla situazione. La prima, più classica, si addice per contenuto a una “tutto pasto” per due. La seconda, più caratteristica e “artigianale” l’abbiamo abbinata al dolce e mezzo litro, sempre per due, è il giusto.
Veniamo agli ingredienti e alla preparazione. Maltus Faber ha scelto di usare soltanto un mix di malti, luppolo e lievito, quasi avesse seguito l’Editto della purezza (questo documento del 1516 non ammetteva altri ingredienti e ha influito sulla produzione tedesca fino a oggi). Il risultato davvero ci ha ricordato il Natale senza bisogno di altro. Non solo: l’abbiamo abbinata praticamente con tutto, dal risotto al dolce, ed è stata una piacevolissima esperienza. Della tradizione natalizia Maltus Faber ha mantenuto l’alta fermentazione tipica, del resto, della casa dove i lieviti lavorano a temperature intorno ai 20 gradi.
Opposta la scelta de La Superba: coerentemente con l’uso natalizio ha scelto di produrre una birra con aggiunta di aromi: ciliege, canditi e cannella richiamano l’aroma suadente del panettone. Noi l’abbiamo abbinata (con ottimi risultati) proprio al celebre dolce natalizio arricchito da una crema al mascarpone. La particolarità de La Superba, invece, è la scelta (anch’essa in linea con la casa) della bassa fermentazione dove i lieviti lavorano a temperature più basse.
Tirando le somme si tratta di interpretazioni di birra natalizia diverse e quasi complementari. La prima ce la terremo cara per l’impegnativo banchetto natalizio, la seconda per il dolce. E per una serata “da divano” riapriremo una Noel… magari col cioccolato: l’abbinamento è stato un cavallo di battaglia di Teo Musso.