Se vi trovate a Praga nel tardo pomeriggio del 5 dicembre, può capitare che un trio variegato bussi alla vostra porta: San Nicola, un angelo e uno spaventoso diavolo si aggirano, infatti, per le vie della città per premiare con dolcetti i bambini buoni e punire con il carbone i più monelli. Si apre così, con un po’ di magia, il periodo natalizio nella capitale ceca.
Nella piazza della città vecchia, dove è illuminato un gigantesco albero, compaiono le bancarelle del mercatino di Natale, che creano quell’atmosfera particolare fatta di suoni, luci e profumi, che si può respirare solo nelle città del nord.
Qui, oltre ai prodotti dell’artigianato, si possono assaggiare alcuni dei tipici cibi da passeggio cechi venduti tutto l’anno presso i chioschetti nelle strade o nelle fiere. Il più diffuso è il parek v rohliku (un tipico hot-dog ceco), tra i dolci il trdlo (manicotto di Boemia) cosparso di zucchero e cannella e per finire l’energetico vaječný koňak (un eggnog).
Giorni prima di Natale, le donne (il solito maschilismo!) si riuniscono nelle cucine per confezionare con fantasia e tradizione, dei pasticcini: i noční cukroví (dolcetti natalizi). Ne preparano grandi quantità e varietà per accompagnare tutto il periodo delle feste fino a Capodanno.
Il 24, il 25 ed il 26 dicembre sono giorni di festa, ma è la sera del 24 a rappresentare il culmine della celebrazione natalizia. La tradizione prevede un sacrificio: tutti, il giorno della vigilia, devono osservare il digiuno fino al sorgere della prima stella. Se anche i bambini riusciranno a resistere, secondo una leggenda, al tramonto potranno vedere il maialino d’oro.
La tavola è imbandita con tutte le portate – poiché quando i commensali avranno preso posto, nessuno potrà allontanarsi fino alla fine del pasto – ed è apparecchiata, secondo superstizione, per un numero pari di ospiti e con generosità, si predispongono anche uno o due posti aggiuntivi per poter accogliere eventuali visite inattese.
Il menù comprende al minimo nove differenti pietanze (compresi pane, frutta e dolci) e si apre con gli antipasti e una zuppa calda, spesso di pesce.
Uno dei pilastri della cucina ceca è la carne, potrà mancare nel giorno di festa? La tradizione vorrebbe proprio così: la portata principale – infatti – dovrebbe essere a base di pesce, in particolare la carpa, di cui la Repubblica Ceca è uno dei maggiori produttori europei. Pensate alla forma della squama di pesce… non vi ricorda un po’ una lenticchia? L’eventuale rinvenimento di una squama di carpa sulla tavola durante la cena di Natale, sarebbe per i cechi, auspicio di benessere economico.
Ma neppure la tradizione riesce a vincere l’appetito (soprattutto dopo il digiuno!), cosÏ accanto al pesce, sempre più sovente, si trova la carne cucinata secondo le ricette ceche e spesso non manca la rìzek (simile a una cotoletta viennese di maiale) accompagnata da un’insalata di patate.
Il pasto si conclude con frutta secca e dolci: oltre agli immancabili noční cukroví e ai pernicky (biscotti decorati di pan di zenzero), ad addolcire il palato sono il v·nocka (un burroso pane dolce) e tante altre leccornie.
Dopo la cena arriva l’atteso momento dei regali e molte famiglie si recano alla Messa di mezzanotte, molto sentita, nonostante la Repubblica Ceca sia il secondo paese europeo con la più altra percentuale di ateismo.
Ma il Natale di Praga non è solo questo: la storia della capitale rivive ogni anno, nelle superstizioni popolari. Si prevede il futuro affidandosi al taglio delle mele (una stella sulla fetta della mela indica felicità) oppure al piombo fuso versato nell’acqua. Le ragazze nubili lanciano le loro scarpe verso l’uscio di casa: la punta della scarpa caduta che volge verso la porta, annuncia l’arrivo di un matrimonio.
Tra tutto questo fermento e i giochi dei bambini, i rametti di vischio restano in una immobile complicità, appesi nell’ingresso, in attesa di rubare con una scusa, qualche bacio nella magia di Praga.
