Tra meno di due settimane a Torino si terrà il Salone del Gusto – Terra Madre. Mentre aspetto con l’acquolina in bocca mi chiedo: cosa ci vorrei trovare? Lo scrivo rispondendo alla domanda dell’AIFB – Associazione Italiana Food Blogger in collaborazione con Gente del Fud – Pasta Garofalo. La scelta è stata davvero difficile e alla fine sono riuscita a realizzare la mia top ten. Molto è già nell’Arca del Gusto di Slow Food, qualcosa no.
1. Acqua di fiori d’arancio Si ottiene dalla distillazione dei fiori dell’arancio amaro coltivato nella zona di Vallebona e se ne ottengono circa 2 litri per ogni kg di fiori distillato. In Liguria la usiamo per aromatizzare le bugie, il pandolce e i quaresimali e da quando ho iniziato a realizzare questi piatti non ne faccio più a meno.
2. Bergamotto È coltivato esclusivamente nella provincia di Reggio Calabria e non si è mai riusciti a farlo crescere in altre zone. Le prime notizie di un suo utilizzo alimentare risalgono al 1536 anche se limitato a poche preparazioni. E’ di sapore acidulo, ha profumo intenso e viene utilizzato ampiamente nella cucina locale per insaporire diversi piatti (io l’ho provato in alcuni dolci e nel tortino di acciughe gratinate).
3.Carciofo di Perinaldo È un carciofo violetto, arrivato due secoli fa dalla vicina Provenza e ha trovato qui il clima ideale per crescere. Attualmente cresce solo qui e in Provenza tra i 400 e i 600 metri sul livello del mare e si raccoglie tra maggio e giugno. Mi è capitato di assaggiarlo durante un’edizione della manifestazione che si tiene nel paese e me ne sono portata a casa un vasetto sott’olio.
4. Cipolla di Tropea È una varietà più dolce e meno piccante rispetto ad altre, grazie alle sostanze contenute nel terreno di questa zona, alla stabilità del microclima durante l’inverno e all’influsso del mare. Viene coltivata in diversi centri della Calabria e lungo la fascia tirrenica da più di 2000 anni dopo essere stata importata dai Fenici. Passeggiando per le vie dei paesi si possono ammirare le trecce esposte dai venditori. Attualmente ha ottenuto la Igp e a Santa Domenica di Ricadi (Vibo Valentia) c’è anche l’Accademia Tutela Cipolla Rossa di Tropea. E’ perfetta in insalata, in agrodolce per accompagnare ad esempio l’arrosto e per realizzare la marmellata, la versione che preferisco per gustarla.
5. Pane di Triora È un pane tipico del ponente ligure, che deve il suo nome al borgo in cui viene prodotto. Triora è molto conosciuta per le streghe, o bàggiure, che si crede praticassero i loro riti nei boschi attorno e per questo furono processate e bruciate. Il pane si riallaccia a questa storia perché si dice che tra gli ingredienti che lo componevano ci fosse anche la segale cornuta (cioè il cereale infettato dalla Claviceps Purpurea) che una volta ingerita causa alterazioni al sistema nervoso attraverso gli alcaloidi che contiene. Attualmente il pane di Triora viene prodotto con tre diversi tipi di farina (0, 00 e grano saraceno) e il lievito madre; l’impasto viene lasciato lievitare per tutta la notte e il giorno seguente si prosegue nella lavorazione. Le pagnotte vengono adagiate su un letto di crusca e fatte riposare e quindi cotte nel forno a legna su foglie di castagno (che una volta servivano a non far attaccare l’impasto alla teglia); pesano circa 850 grammi e conservano lo strato di crusca al di sotto. Questo pane può durare anche una settimana e in passato veniva cotto ogni sette giorni nei forni comuni. Fino a qualche anno fa lo si trovava solo in zona mentre adesso è distribuito in quasi tutta la Liguria.
6. Pane di patate di Pignone È un pane che viene realizzato con le patate prodotte in questo comune in provincia di La Spezia. Le patate sono utilizzate in diversi piatti tipici quali la torta di patate, il pane di patate, la carne e lo stoccafisso accomodati. Il pane di patate un tempo era consumato dalle famiglie povere che utilizzavano i tuberi per sostituire in gran parte la farina. Oggi la situazione è diversa e questo pane è considerato una specialità locale; lo abbiamo assaggiato durante una manifestazione. Le pagnotte hanno usualmente una forma tondeggiante o un poco allungata e pesano circa 500 grammi. La crosta, saporita e di colore dorato, racchiude un interno morbido e tendente al giallo. Un modo gradevole di consumarlo è quello di abbinarlo ai salumi.
7. Pesca Tabacchiera È molto profumata, a pasta bianca ed è particolare per la sua forma appiattita che la distingue dalle altre; ormai la stagione è terminata ma ogni estate aspetto con ansia che arrivi dal fruttivendolo.
8. Robiola di Roccaverano Ho conosciuto questo formaggio quando ero abbastanza piccola facendo un giro nelle Langhe con i miei genitori e mi è subito piaciuto. Quando ne ho l‘occasione lo compro e l’ultima volta ne ho preso uno più stagionato da abbinare al miele: da provare.
9. Corbezzolo È un frutto difficile da trovare, almeno in Liguria, che mi è capitato di assaggiare per caso un paio di volte; ha un gusto dolce e leggero. Più semplice trovarlo sotto forma di tisane e sotto forma di marmellate o gelatine.
10. Zucca di Rocchetta L’abbiamo scoperta durante un giro in Valbormida in occasione della manifestazione Zucca in Piazza che ogni anno si tiene nel paese. Ha forma tondeggiante e colore arancio vivo. L’ho utilizzata per preparare i tortelli di zucca e ho assaggiato la confettura, un modo di preparare la zucca che non conoscevo.
Spero di trovare il pane di Triora, mi hai decisamente incuriosita. Grazie per la tua top ten!
Abbiamo in comune in Carciofo di Perinaldo, che io adooooroooo. Per il resto la tua lista mi piace da morire a partire dall’acqua di fiori d’arancio, che andrò a cercarmi anche io, e quella Robiola che da noi non si trova neanche a parlarne. Ma quanti giorni mi servono per fare tutto quello che vorrei al Salone?
Un abbraccio e grazie per la magnifica lista. Pat