San Valentino e la cucina afrodisiaca

12 febbraio 2015
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cioccolato peperoncinoE come ogni anno siamo quasi a San Valentino…e come sempre non poteva mancare una carrellata sui cibi afrodisiaci o considerati tali.

Se entriamo in cucina e ci guardiamo intorno qualcosa di quello che vediamo era oppure è ancora considerato un cibo afrodisiaco: c’è qualcosa di vero? Molto spesso si sente dire che questo o quell’alimento, o piatto sono afrodisiaci. Nella maggior parte dei casi si tratta di credenze popolari che si sono tramandate nel tempo e che possiamo considerare come suggerimenti per cucinare in modo più creativo e divertente, dedicando magari una cura particolare alla preparazione e alla presentazione dei piatti in modo da creare un’atmosfera che coinvolga tutti e cinque i nostri sensi.

Da sempre l’uomo si è interessato a questo argomento e già nella civiltà greca e latina ci sono cenni ad alcuni alimenti che avrebbero la capacità di migliorare le virtù amorose. Il nome stesso si ispira alla dea Afrodite e i greci consideravano afrodisiaci tartufi, miele, pesci, crostacei e cipolle. I Romani vi aggiunsero poi i genitali di alcuni animali e le ostriche e pare che sulla tavola di Cleopatra ci fossero piatti a base di pesce, birra, tortini di fichi e noci.

Al contrario nel Medioevo dall’alimentazione dei monaci erano eliminati proprio questi alimenti ed esistevano anche delle liste di cibi da proibire in quanto avrebbero costituito un attentato al voto di castità. Il più noto seduttore della storia, cioè Casanova, pare consumasse 50 ostriche al giorno offrendone anche alle sue amanti. Questo interesse ha coinvolto anche gli scrittori: ricordiamo tra gli altri Afrodita di Isabel Allende e Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel.

Vediamo dunque quali sono gli alimenti che rientrano in questa classificazione. Partiamo dal cacao e per estensione il cioccolato e tutti i piatti a base di questo prodotto; non a caso il cioccolato è ingrediente sempre presente nelle cene di San Valentino. Lo stesso discorso vale per il peperoncino, anch’esso sempre presente quando si parla di cibi afrodisiaci. Lo zenzero, considerato il re tra le spezie afrodisiache, la cannella e la vaniglia con suo profumo molto dolce, sono quelle più gettonate non solo dalla tradizione ma anche dalla medicina ayurvedica.

Un posto è sicuramente occupato da cozze, vongole e ostriche che devono la loro fama in gran parte al loro aspetto. Anche l’aragosta ha il suo posto nel catalogo: qui entra in gioco il fatto che si mangia usando le mani e quindi in una situazione di maggiore rilassatezza. E per finire i pesci: pare che pesce azzurro, salmone e merluzzo abbiano questa caratteristica.

Aglio e cipolla, anche se sembra strano, già godevano di questa fama per Ovidio e Galeno. Addirittura ne era proibita anche la coltivazione oltre che il consumo, insieme a sedano e santoreggia, in alcune congregazioni monastiche sia in Oriente che in Occidente mentre ricettari popolari suggeriscono di consumarli proprio tutti insieme. E con l’alito come la mettiamo? Basta consumare poi erbe aromatiche tipo salvia e prezzemolo oppure spezie essiccate come semi di finocchio e coriandolo. Erbe e spezie non sono scelte solo in virtù del loro potere deodorante ma perché anche a queste la tradizione popolare attribuisce effetti positivi. Sempre Galeno consigliava di consumare pinoli, considerati afrodisiaci da sempre in tutto il bacino del Mediterraneo.

Della rucola definita come erba lussioriosa avevamo già fatto cenno; i Romani la coltivavano vicino alle statue di Priapo e nel Medioevo era proibito coltivarla nei monasteri. Tra la frutta citiamo il mango che essendo dolce, di un colore acceso e con un profumo gradevole non aveva bisogno di altro per entrare nel novero di questi cibi.

In ogni caso possiamo dirlo: non esistono filtri magici e non è tanto il cibo a donarci una notte da sogno, ma la situazione in cui lo cuciniamo.

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