Le birre di Pasqua o Easter Beer non solo esistono, ma rappresentano un capitolo birraio che ha una storia.
Tradizione vuole che i monaci d’abbazia del Belgio, per sopperire alla fame della quaresima, preparassero delle birre primaverili piuttosto corpose: del resto, usualmente, la birra viene definita pane liquido. La tradizione di preparare delle cotte giusto in tempo per la Settimana Santa si perpetua ancora oggi in molti luoghi d’Europa, soprattutto nei paesi scandinavi, dove le Paske Øl sono più leggere, ma anche in Germania e in Inghilterra.
Non abbiamo mai avuto modo di assaggiare queste birre (si trovano nei paesi produttori), ma lo stile nordico, di solito, privilegia i sapori primaverili, dall’erbaceo al floreale. In Belgio, a Esen, nelle Fiandre, c’è invece il celebre birrificio De Dolle dove viene prodotta la Boskeun, un’ambrata pasquale corposa e alcolica ad alta fermentazione, rifermentata in bottiglia né filtrata né pastorizzata.
Se passiamo dalla Germania, a Monaco potremo trovare delle ottime birre stagionali presso la Löwenbräukeller e la Paulanerkellerd. Una delle più antiche, risalente al 1600, è la Salvator del birrificio Paulaner
Tra i produttori troviamo anche major danesi della schiuma e del luppolo come Tuborg e  Carlsberg. Presso quest’ultimo, a Copenaghen, è possibile non solo visitare l’impianto, ma partecipare anche alle degustazioni dedicate alle birre pasquali.
In Inghilterra, per chi avesse la fortuna di trovarsi nella zona, segnaliamo un evento: l’Easter beer festival di Kent (venerdì 3 e sabato 4 aprile) dove si potranno assaggiare oltre 200 tra birre e sidri.
E in Italia? Al momento non sembra esserci ancora nulla. Nel 2009 cronachedibirra.it si è occupato dell’argomento e ha segnalato l’esistenza di una Easter Ale di Birrificio del Borgo, destinata al solo mercato estero (sul sito non c’è, oppure non c’è più).
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