Eccomi finalmente all’appuntamento con la seconda edizione di Young to Young che è al tempo stesso la mia prima esperienza di degustazione guidata nell’ambito dei vini. A condurmi attraverso questo viaggio saranno Paolo Massobrio e Marco Gatti. Protagonisti sono i vini ma anche i giovani produttori che hanno deciso di seguire questa passione e che ci presentano ciascuno uno dei loro vini.
Faccio così la conoscenza di Gabriele da Prato che ha deciso di produrre vino sull’Appennino tosco-emiliano e racconta dei vigneti terrazzati che si affacciano sul Serchio e del microclima peculiare di quella zona, del seguire i ritmi delle stagioni e del rapporto uomo-natura. Natura che a volte si dimostra matrigna come è successo lo scorso mese. Porta in degustazione un Syrah del 2012, il Melograno, che deve il suo nome alle due piante di melograno presenti nella tenuta. Mentre, guidati da Marco Gatti apprezzo il colore rosso rubino scarico, brillante, il sentore floreale e il gusto equilibrato viene da pensare a mattine d’estate, col sole che riscalda i grappoli e il terreno.
Mi sposto in Piemonte assieme a Simone Vergara che parla del suo Barbera, di come abbia deciso di renderlo suo, perché un vino, dice, rispecchia chi lo produce. E qui immagino il passare tra i filari nelle mattine nebbiose e l’inizio della vendemmia e la tavola contadina apparecchiata col pane caldo di forno che si riaffaccia dietro la modernità. Questo vino ha un colore più carico rispetto al precedente, sentori di ciliegia e rosa ed è ben strutturato.
Scendo quindi in Abruzzo in compagnia di Gianluca Galasso che descrive i suoi vigneti posti tra il Gran Sasso e il mar Adriatico e i vitigni autoctoni come Pecorino e Passerina, che ammetto di non conoscere, insieme a quelli più noti quali Trebbiano e Montepulciano. Per una strana associazione di idee mi viene in mente “I pastori” di D’Annunzio e una terra in parte selvaggia. Di questa terra mi viene proposto un Montepulciano del 2009 dal colore intenso, in cui posso avvertire le note di liquirizia e ciliegia e un sapore più persistente rispetto ai precedenti.
Il viaggio si conclude in Veneto con Veronica Adami che racconta di come suo padre rimane colpito da un amarone assaggiato durante la cena di un congresso medico a Tokyo e pensa di produrre anche lui quel vino. Sceglie di realizzare questo sogno, nella sua tenuta nel cuore della Valpolicella e trasmette questa passione anche ai figli. Grazie a questa scelta oggi posso apprezzare un amarone dal colore intenso, con profumi di marasca, noce e caffè e dalla lunga persistenza in bocca.
La passione, la volontà di seguire un sogno e di renderlo realtà è la nota che unisce tutti questi giovani produttori, ognuno con la sua storia nella quale sono entrata un po’ anche io in questo pomeriggio.