Siamo quasi alla fine del periodo natalizio e l’ultimo appuntamento che ci attende è quello con la ricorrenza dell’Epifania, che come recita l’adagio popolare “tutte le feste si porta via”. Le origini di questa festa sono molto antiche, infatti veniva celebrata già in epoca romana. Anch’essa una festa del solstizio: ad esempio si bruciava un pezzo di legno che simboleggiava Madre Natura per esorcizzare le privazioni del passato; un altro rito prevedeva che gli animali venissero portati a tavola e serviti dai loro padroni per evitare che acquistassero il dono della parola.
Prima di essere festa cristiana dell’Epifania e dell’adorazione dei Magi, il 6 gennaio rappresentava l’inizio di un nuovo anno. E la Befana è una figura pagana. Per i Romani era la dea Diana: ella, nelle 12 notti prima del 6 gennaio, volava sui campi per renderli fertili e portava in dono ai bambini cattivi carbone o legno, e a quelli buoni agrumi, frutta secca o biscotti di panpepato che avevano un significato beneaugurante. La scopa di saggina di oggi, invece, simboleggia il potere di scacciare i guai.
Un po’ in tutta Italia ci sono dei dolci tradizionali ad hoc: in Piemonte la Fugassa d’la Befana (tipica soprattutto della provincia di Cuneo): ha forma di una margherita e al suo interno vengono messe una fava bianca e una nera; chi trova quella bianca paga la focaccia e chi trova la nera il vino. In Veneto troviamo la Pinsa, una specie di focaccia fatta con farina di mais e frutta secca. In Lombardia, in provincia di Varese, troviamo i cammelli di pasta sfoglia che vengono ricoperti di zucchero prima di essere infornati. In Toscana i cavallucci di Siena, in Abruzzo la Pinza della Befana e in Campania gli Struffoli. In Liguria troviamo gli anicini, la ciambella dei Re Magi e la torta genovese di pistacchi. Tutti questi dolci risalgono all’epoca a cavallo tra Medioevo e Rinascimento quando in Italia arrivarono nuovi ingredienti e spezie.
Tra i piatti tipici ci sono quelli a base di legumi e maiale o la torta dei Magi. Quest’ultima è presente, con piccole variazioni, sia in alcune zone d’Italia che in diversi paesi europei. All’interno del dolce veniva messa una moneta o una fava e chi la trovava diventava il re della festa (analogo al re dei Saturnali romani o al re della Fava delle confraternite goliardiche del Medioevo). In Francia viene chiamata Galette des Rois e anche qui chi trova l’oggetto nascosto nella torta diventa il re o la regina della festa. In Spagna lo stesso dolce, ma a forma di ciambella, è detto Roscòn de Reyes. Più complesso il dolce inglese Twelfth Night Cake (la dodicesima notte era quella del solstizio invernale dei pagani): in questo caso nel dolce si mette un fagiolo, uno spicchio d’aglio, un rametto e uno straccio e chi li trova diventa il re della festa, il cattivo, il folle e colui che per quel giorno perde la reputazione.