Lunedì 2 luglio dalle 10.00 alle 18.00 a Vessalico ci sarà la tradizionale Fiera dell’aglio. La manifestazione è antichissima e le prime notizie della fiera risalgono al 1760. La posizione della cittadina dell’imperiese favoriva gli scambi: il piccolo comune, infatti, è situato sulle strade che attraverso la valle Arroscia collegano ancora oggi il ponente ligure con l’entroterra piemontese. Da allora i produttori si ritrovano ogni anno il 2 luglio per dare vita a questo evento.
Se oggi il commercio è un mondo più complesso e le trecce si comprano anche su internet, l’aglio resta un ingrediente primario della cucina ligure a partire dal pesto alla genovese. La varietà di Vessalico è tipica per il suo aroma e la sua “anima” (la parte verde interna) molto piccola, il che la rende molto meno pesante da digerire.
Dopo la raccolta, che avviene solitamente a partire dal 20 giugno, e una breve essiccatura al sole, l’aglio viene confezionato preparando delle trecce. Le teste sono intrecciate a due a due fino a comporre delle complesse trecce arabescate: è un lavoro paziente che si può svolgere solo la mattina e la sera quando le parti aeree della pianta sono più umide. Per una buona conservazione occorre tenere l’aglio al fresco e al riparo dalla luce, ma non al buio: in questo caso, infatti, germoglierebbe.
La sopravvivenza di questo prodotto è legata alla volontà di pochi agricoltori che hanno continuato a coltivarlo con metodi biologici in piccoli appezzamenti di montagna, tramandandosi di generazione in generazione non solo i bulbi, ma anche la tecnica di coltivazione e di intreccio. Questi si sono riuniti in una cooperativa, mentre il presidio Slow Food si occupa di farlo conoscere e apprezzare al di fuori del ristretto territorio dove è prodotto.
Foto by Wikipedia
Io mi auguro che i produttori di quest’aglio vengano tutelati a fronte di speculazioni sempre più diffuse.