Dove mangiare a Firenze. Dall’hamburger alle specialità toscane

8 gennaio 2013
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Quattro locali diversi tra loro, ma buoni. Testati per voi

L'hamburger di Lungarno 23

L’hamburger di Lungarno 23

Firenze è una città d’arte che merita sicuramente una visita approfondita. Noi avevamo a disposizione due giorni e ci siamo concessi un assaggio di storia e monumenti. Ma sul cibo abbiamo fatto sul serio. Abbiamo avuto a disposizione un pranzo, una cena, un altro pranzo più un jolly da dedicare ai dolci. Usualmente dedichiamo la sera ai ristoranti di charme con prodotti tipici e il mezzogiorno a cose più veloci ed economiche. Ecco come è andata.

Abbiamo visitato quattro posti: l’hamburgeria-ristorante Lungarno 23 (mezzogiorno di sabato 5), l’Osteria del Cinghiale Bianco (sera del 5), Pane & Toscana (mezzogiorno di domenica 6) e infine la gelateria-pasticceria-bar Vivoli (pomeriggio del 6). Andiamo per ordine cronologico.

Lungarno 23 (Lungarno Torrigiani 23). Il locale si trova lungo il fiume, non lontano da Ponte Vecchio. Ampio e comodo, ha una veranda ed è abbellito da un arredamento sobrio con molte bottiglie di vino. La clientela è fighetta (neo-paninari con piumino Moncler e abiti di marca: quello delle hamburgerie di alto livello – del resto – è un fenomeno che negli ultimi anni si sta diffondendo nelle principali città italiane ed europee). Gli hamburger sono di Chianina toscana Igp, belli grandi e cotti come si deve (comunque il cameriere chiede le preferenze al cliente). Le verdure di accompagnamento sono fresche, una finezza è la cipolla cotta a puntino messa in una ciotolina. Patatine buone e abbondanti. Le abbondanti salse servite in vaschetta (maionese, senape, ketchup) non vi faranno combattere con le bustine. Insolito, ma ottimo, il dolce (abbiamo scelto un tiramisù vegano) dove si sentono i cereali e il cioccolato fondente è degno di tal nome. Conto finale per 2 hamburger, dolce, acqua, birra artigianale da 75 cl (Iris del birrificio San Quirico),  dolce, 1 caffè e coperto: 64 euro. Non popolare ma adeguato, visti i costi della Chianina e della birra artigianale (per non parlare di tanti locali di livello medio-basso che prendono 20 euro a testa).

L’Osteria del Cinghiale Bianco (Borgo San Iacopo 43). Volevamo evitare i trappoloni per turisti e mangiare davvero toscano. Ci siamo riusciti: il Cinghiale è una tipica osteria di buon livello che sa adattarsi a tutte le borse. L’ambiente è caldo e accogliente, leggermente affollato (era sabato sera, per andare sicuri è meglio prenotare). La clientela? A spanne possiamo dire sia turisti stranieri, sia locali. Ma passiamo al cibo. Abbiamo ordinato un tagliere di salumi di cinghiale, una ribollita, una pappa col pomodoro, un misto di dolci della casa, acqua, mezzo litro di vino e un caffè. I salumi – lonza, coppa, salamino, finocchiona e altro che abbiamo gustato senza saperne il nome – col pane toscano erano una goduria. Semplici e gustose la pappa col pomodoro e la ribollita, condite con un filo d’olio extravergine locale. Conto: con 47 euro in due abbiamo gustato i sapori della Toscana con un ricco dolce e il vino della casa. Non ci sembra tanto. Per chi vuole le bottiglie di alto livello e la fiorentina, naturalmente, il conto sale (e non poco).

Pane&Toscana (Borgo degli Albizi 31r). Aperto fino a notte fonda nel weekend, questo locale moderno e piccolissimo è un gioiellino per il turista disposto a camminare 100 metri in più per gustare degli schietti salumi toscani e spendere davvero poco (o pòo, direbbero qui). Ci siamo sbizzarriti tra finocchiona (con un po’ di salsa di olive), soppressata toscana (da sola o con il burro all’arancia), salame di cinghiale e cacio di Pienza. Oltre a quelli sulla lista, infatti, è possibile creare un panino a piacere, magari chiedendo al simpatico gestore. Le salse (buone) sono di produzione propria. Per quanto riguarda il beveraggio sono presenti tre birre artigianali belghe Steenbrugge (Blond, Dubbel bruin e Tripel). Abbiamo preso la bionda, beverina e con un buon equilibrio malto-luppolo. Prezzo: 17 euro in due, per tre panini accompagnati da una bottiglia da 75 cl di birra artigianale. Il locale migliore nel rapporto qualità-prezzo. Ci torneremo di sicuro, per un mezzogiorno veloce o un dopo-dopo cena.

Vivoli (Via dell’Isola delle Stinche 7r; orario dalle 7-20, chiuso il lunedì) merita davvero una sosta, magari dopo esser passati dalla vicina casa di Dante. Fondata nel 1929 e portata avanti dagli eredi, Vivoli è la gelateria più antica di Firenze. Il suo prodotto è famoso nel mondo e tra i suoi clienti figura anche Bill Clinton. Arredamento classico, ambiente piacevole. Ci siamo presi il caffè, una fetta di torta al cioccolato e nocciole e una coppa di gelato. Buoni dolce e caffè, ma qui vogliamo parlare del gelato. Abbiamo preso una coppetta 4 gusti: crema (consigliata come la più tipica della casa), pere e caramello, aranciotto (cioccolato e arancia candita) e un altro gusto natalizio che ci è sfuggito. Non siamo specialisti, ma possiamo dire che il prodotto è ricco e lontano anni luce dall’industriale. La sorpresa sono state il prezzo e l’accoglienza: coppetta 4 gusti abbondante: 3,50 euro. Self service col cartoncino al tavolino, cosa pressoché impensabile sulla Riviera Ligure. Curiosità: l’hamburgeria Lungarno 23 ha il suo gelato in menù.

In conclusione possiamo dire (con falsa modestia) che non abbiamo sbagliato un colpo. L’hamburgeria e la gelateria le avevamo individuate via internet prima di partire, la trattoria e la panineria sono stati piacevoli incontri sul posto. In attesa di tornare in Toscana e conoscere altri locali che meritano, ci sentiamo di consigliare tutti e quattro, ognuno per le sue peculiarità.

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