La mandorla e la birra: incontro con una Pink Ipa abruzzese

20 giugno 2011
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Pink Ipa: sembra un gioco di parole con la Punk Ipa di Brewdog ma sono due cose diverse. Parliamo di una “Italian Pale Ale”, più precisamente una birra artigianale abruzzese prodotta dal microbirrificio Almond’22. La ditta è nata nel 2003 sulle colline di Pescara, quando il fermentatore e i luppoli erano un’avventura, non ancora così “trendy” come oggi. Il mastro birraio, che lavora con la moglie, è il giovane Jurij Ferri: padre abruzzese a madre svedese, ma lo stile proposto è dichiaratamente italiano. Il nome “Almond ’22” prende spunto dall’edificio della ditta dove le operaie degli anni ’20 pelavano a mano le mandorle destinate alla produzione dei confetti. Anche il lavoro di oggi è svolto manualmente: le birre sono prodotte artigianalmente e rifermentate in bottiglia con metodo champenoise. Per preservare le qualità di un prodotto vivo, non ci sono filtraggi e pastorizzazioni.

Per la preparazione viene impiegate l’acqua di Farindola (un paese di montagna nell’entroterra pescarese). I malti e i luppoli cono reperiti sul mercato nazionale ed internazionale. A completare il quadro ci sono il miele biologico abruzzese, lo zucchero integrale del circuito equo e solidale e le spezie. Il tutto è orientato alla creazione di birre originali ed eleganti.

In attesa delle altre abbiamo provato la Pink Ipa. Il grado alcolico (6%) e l’amaro ricordano le “Indian Pale Ale” che un tempo venivano prodotte per l’esportazione (e quindi erano forti e luppolate per conservarsi meglio). Ma rispetto ai prodotti dei colleghi scozzesi di Brewdog (penso alla Punk Ipa o addirittura alla Hardcore) lo stile è meno estremo, più bevibile. Il profumo è più fruttato, l’amaro dei luppoli (comunque bilanciato dalle note dolci dei malti) arriva dopo. I produttori consigliano di sposare questa birra con i salumi. Noi l’abbiamo abbinata… con un buon hamburger. Non sarà “chic” come un tagliere, ma alle 22.00 digiuni ci vuole!. L’accoppiata non è stata niente male.

Il birrificio non produce solo la Pink Ipa. Tra le sue creazioni c’è anche la Farrotta, premiata sulla Guida alle Birre d’Italia 2009 di Slow Food quale birra di assoluto valore. E ancora la scura Grand Cru, la Torbata, la Noa, la Fredric, la Irie, la Maxima e la Blanche de Valerie. Per saperne di più rimandiamo al sito del produttore. Per assaggiare la Pink Ipa, l’abbiamo trovata all’Albalè di Camogli, per noi ormai un’ istituzione. Per chi è in zona è possibile visitare il birrificio (orari sul sito).

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